Oggi si dice che il pensiero umano è unidimensionale ed è quello della razionalità. Le dimensioni emotive sono quasi scomparse, non si da più rilievo ai sensi. Allora dovremmo concludere che nel nostro concetto post-moderno culturale non è più possibile meravigliarsi.
Ma se ci rassegniamo a questo atteggiamento, dobbiamo anche accettare una vita più povera di conoscenza e di relazione con gli altri.
Dobbiamo invece tornare a meravigliarci.
“Chi non è in grado di provare né stupore, né sorpresa é come dire che é morto; i suoi occhi sono spenti”
Bisogna allora ricominciare a guardare il mondo (quello che ci circonda) con occhi vivi e liberi da condizionamenti, il che equivale a rinnovare il nostro cuore ed imparare a meravigliarci.
Lo stupore che genera la meraviglia è uno tra gli atteggiamenti maggiormente capaci di dinamizzare la vita umana sganciandola dalle secche dell’abitudine. Ciò che conta è il rendersi conto che la capacità di stupirsi si genera e cresce attraverso tutte le esperienze della vita come quella di assistere ad una semplice partita di calcetto a 5 tra squadre di non vedenti disputata a Siracusa il 23 aprile 2017
Luigi Majorca